L’assedio di Otranto non risparmiò i laghi Alimini
Nel 1480 avvenne l’assedio di Otranto da parte dei turchi. Anche il territorio dei laghi non fu risparmiato da questo tragico evento.
L’attacco saraceno determinò le sorti di Otranto, così come dei territori limitrofi, compreso il territorio dei laghi.
Il 28 luglio del 1480, una flotta turca comandata Gedik Ahmed Pascià, grande ammiraglio dell’impero ottomano, apparve all’orizzonte otrantino. Lo scopo era di occupare la fascia strategicamente importante del Salento come testa di ponte per insidiare le potenze cristiane.
Arrivarono con un’enorme flotta costituita da 40 galee, 50 fuste, 16 barche, 40 mahoni per i cavalli e altre imbarcazioni minori con a bordo 18000 uomini, 400 cavalli e 5 bombarde e molte bocche da fuoco di calibro minore. Lo sbarco avvenne nei pressi degli Alimini, dove ebbe luogo il primo scontro tra Ottomani e Cristiani (A. Saracino, 1981).
L’assedio di Otranto avvenne l’11 agosto del 1480 e durò fino al 10 settembre 1481. In questo periodo, i turchi, considerando che le scorte dei viveri diminuivano e i rifornimenti non sempre giungevano puntuali e sufficienti, provvidero da soli al loro sostentamento riversandosi sul territorio degli Alimini. In fondo questa era una pratica di ogni esercito invasore che praticava la razzia, il brigantaggio e il furto.
Nel Medioevo la contrada degli Alimini era fiorentissima di paesi, villaggi, masserie e monasteri e le condizioni igieniche erano fra le migliori. Le acque erano incanalate in parte nel mare ed in parte negli Alimini ed i terreni erano coltivati con piante arboree. L’invasione dei Turchi fece sì che questa bellissima parte del Salento venisse abbandonata dai suoi coloni che si rifugiarono nei vicini borghi di Martano, Serrano, Carpignano, Borgagne, protetti da mura e da castelli feudali. Tutto ciò, quindi, provocò il disinteresse delle famiglie nobiliari e il territorio fu lasciato abbandonato al suo destino.